MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

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FORMAZIONE

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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-01-11

Licei e istituti tecnici:

in 500mila pronti alla riforma

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

40° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero:

 

 

 

 

AVVENIRE

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2010-01-11

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-01-11

 

 

 

REPUBBLICA

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2010-01-12

I tecnici del governo lo hanno comunicato venerdì ai sindacati

Per l'infanzia, primaria medie la scadenza resta il 27 febbraio

Licei, verso slittamento delle iscrizioni

Ci sarà tempo fino al 27 marzo

di SALVO INTRAVAIA

ROMA - Avranno ancora tre mesi di tempo i ragazzini della scuola media per scegliere come proseguire gli studi al superiore. E' ormai quasi certo infatti che la data di scadenza delle iscrizioni subirà un doppio slittamento, rispetto alla canonica data di fine gennaio, con scadenza il 26 marzo. I tecnici del ministero lo hanno comunicato venerdì pomeriggio ai sindacati. Ma solo per la scuola secondaria di secondo grado, che il prossimo anno vedrà ai nastri di partenza la riforma Gelmini. La scadenza per formalizzare le iscrizioni nella scuola dell'infanzia, alla scuola primaria e nella secondaria di primo grado sarà diversa: il 27 febbraio 2010. E' la prima volta che le iscrizioni a scuola in Italia seguiranno due velocità.

I tempi per varare i tre Regolamenti (sui licei, gli istituti tecnici e gli istituti professionali) che riguardano la riforma della scuola superiore si stanno allungando oltre ogni previsione e per ragioni organizzative non è possibile fare slittare ulteriormente le iscrizioni. Il rischio è di rinviare ancora di un anno l'entrata in vigore della riforma. Ipotesi esclusa categoricamente dallo stesso ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e concetto ribadito dal premier due giorni fa. La riforma si farà, insomma, e partirà a settembre.

Ma gli ostacoli da superare sono ancora parecchi. Lo scorso mese di dicembre il Consiglio di stato, che deve esprimere un parere obbligatorio, ha rinviato al mittente i tre documenti chiedendo chiarimenti. Ma non solo. Per vedere la luce i Regolamenti dovranno ottenere i pareri delle commissioni parlamentari di Camera e Senato, dovranno essere quindi approvati in via definitiva dal Consiglio dei ministri, essere sottoscritti dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ottenere la registrazione da parte della Corte dei Conti ed essere pubblicati in gazzetta.

 

Intanto, le associazioni di insegnanti dopo avere espresso un giudizio sulla riforma stanno agendo sottobanco per evitare che le ore destinate alla proprie materie vengano ridotte. E' il caso degli insegnanti di Scienze o di Diritto, che lamentano una perdita di peso all'interno di alcuni curricula. Ma sono state un po' tutte le associazioni a fare pressing sui deputati della maggioranza per evitare tagli alle proprie ore, come i docenti di Latino che vedranno calare le loro lezioni allo scientifico. In effetti, quella messa in campo dai docenti delle diverse discipline è una guerra tra poveri, perché la riforma Gelmini del superiore prevede un taglio generalizzato di ore in tutti gli indirizzi. E per incrementare o recuperare qualche ora di una materia occorrerà sacrificarne un'altra.

Quali saranno le opzioni per i 500 mila ragazzini dei terza media? In tutto 6 licei (classico, scientifico, delle scienze umane, musicale e coreutica, linguistico e artistico), 11 indirizzi per gli istituti tecnici (amministrativo, finanza e marketing; turismo; meccanica, meccatronica ed energia; trasporti e logistica; elettronica ed elettrotecnica; informatica e telecomunicazioni; grafica e comunicazione; chimica, materiali e biotecnologie; sistema moda; agraria e agroindustria; costruzioni, ambiente e territorio) e 6 indirizzi per gli istituti professionali (servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; servizi per la manutenzione e l'assistenza tecnica; servizi socio-sanitari; servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera; servizi commerciali; produzioni artigianali e industriali).

Ma che scuola troveranno gli alunni? Quali materie saranno chiamati a studiare? E per quante ore settimanali? Tutte domande che, al momento, non hanno una risposta definitiva e che stanno gettando nella confusione migliaia di famiglie, alunni e scuole. Negli anni scorsi di questi tempi, infatti, i prof delle scuole superiori avevano già fatto partire il cosiddetto Orientamento: una specie di campagna acquisti presso le scuole medie di città e provincia per accaparrarsi il maggior numero di alunni possibile. Ma, quest'anno, sono tutti al palo. Le stesse istituzioni scolastiche non sono ancora in grado di definire la propria offerta formativa perché i documenti su cui basare le scelte per il prossimo anno non ci sono. Solo dopo tutti questi passaggi a livello centrale, gli insegnanti e i dirigenti scolastici avranno in mano i documenti ufficiali e potranno muoversi per disegnare, in base alle esigenze degli alunni e dei territori, i singoli Piani dell'offerta formativa.

Le scuole, secondo quanto annunciato dal ministero, potranno infatti "personalizzare" piani orario e curricula sfruttando il 20 per cento del monte ore annuo. Opzione che le scuole intendono cogliere per evitare il brusco passaggio dal vecchio al nuovo. Solo dopo avere operato e ponderato le diverse opzioni, i presidi potranno presentare alle famiglie la propria offerta. Quanto tempo servirà per portare a termine tutte queste operazioni? Ce la faranno le famiglie a scoprire per tempo cosa offrono i diversi licei, i singoli istituti tecnici e gli istituti professionali della città?

© Riproduzione riservata (12 gennaio 2010)

 

L'UNITA'

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http://www.unita.it

2010-01-15

Scuola, iscrizioni rinviate. Nell'uovo di Pasqua

di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore

Nulla la ferma. La Gelmini "maestra unica" dell'Istruzione è sorda e muta nei confronti delle proteste. E così, senza alcun colpo ferire, rinvia le iscrizioni a scuola. Il motivo? La riforma delle superiori deve assolutamente partire il prossimo settembre. I tempi sono stretti? "Fa' nulla - sembra dire il minsistro -, che dopo il parere del Consiglio di Stato sui regolamenti degli istituti tecnici, licei e professionali, ha emanato subito la circolare di rinvio. Senza tener conto - come sempre - della gran confusione che regna nelle scuole e nelle famiglie italiane per via dei "silenzi" sulle ore di tempo scuola tagliate e le materie spazzate via. L'obiettivo resta sempre lo stesso - come avvenne con le elementari e lil maestro unico - ridurre all'osso le cattedre.

Così ecco che i genitori che devono iscrivere i figli alle medie, ma soprattutto ai licei o altri isitituti superiori, non sanno che pesci pigliare. Le scuole non possono illustrare i Pof, i piani dell'offerta formativa. Perchè sono all'oscuro (più o meno) sul contenuto ufficiale dei regolamenti di riforma. Ore di lezione che spariscono, materie accorpate o rinominate. Ai licei, ad esempio, ci sarà un tempo scuola più corto che alle medie. Spariscono tutte le sperimentazioni e la superiore pubblica cambia totalmente didattica: solo ore frontali, chi resta indietro si arrangi.

Il ministro aveva "promesso" una vasta campagna di informazione alle famiglie entro Natale. Bhe! era una farsa. Lo spot ministeriale ci sarà ma slitterà a Pasqua. Sì, proprio così. Le famiglie troveranno nell'uovo la riforma delle superiori ben confezionata. E il tutto, ben che vada, arriverà nel clou delle vacanze pasquali.

La circolare del rinvio. Il Ministero dell'Istruzione ha emanato la circolare con le indicazioni per le iscrizioni all'anno scolastico 2010-2011: per la scuola primaria e per la secondaria di I grado (le medie) le iscrizioni si svolgeranno entro il 27 febbraio. Per la scuola secondaria di II grado le iscrizioni si svolgeranno dal 26 febbraio al 26 marzo, per "consentire un'adeguata informazione alle famiglie sulla riforma delle superiori".

Dall'anno 2010-2011 infatti, entrerà in vigore la riforma dei licei e dell istruzione tecnica e professionale. Il Consiglio di Stato ha imposto delle mofifiche ai regolamenti ma non ha fermato la riforma Gelmini.

Il restyling delle superiori prevede una stretta sugli indirizzi nei licei che diventano 6: classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane (questi ultimi new entry). Anche nei tecnici ci saranno novità con due ambiti di studio (economico e tecnologico) suddivisi in 11 indirizzi con meno ore da passare tra i banchi e più laboratori.

Nei professionali saranno snellite le opzioni di studio e rafforzate le materie di indirizzo. Quanto alle lingue, nei licei (anche al classico) inglese si studierà per tutti e cinque gli anni mentre allo scientifico sparisce il latino nell'indirizzo tecnologico.

15 gennaio 2010

 

 

 

Scuola, riforma delle superiori. I giudici impongono delle modifiche

di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore

Le mani degli industriali su un pezzo della scuola pubblica. Il Consiglio di Stato "bacchetta" di nuovo la Gelmini sulla riforma della scuola superiore. Proprio l’istituzione di un Cda negli istituti tecnci, (che il ministro ha preferito chiamare Comitato tecnico-scientifico per non destare sospetti) non piace per nulla ai giudici di palazzo Spada. E nel mirino non c’è solo il regolamento sui tecnici ma anche quello sui Licei e professionali. La creazione di un Comitato nazionale e l’istituzione del Collegio dei docenti in dipartimenti che dovrebbe monitorare la riforma, non rientrerebbero nella delega ottenuta dal Parlamento (prevista dall’articolo 64 della legge 133/2008). E inoltre si continua a ledere l’autonomia delle scuole. In pratica, i giudici impongono alla Gelmini di non assumere provvedimenti in solitudine.

L’atteso pronunciamento del Consiglio di Stato - che già nel mese scorso aveva "alzato" un cartellino giallo nei confronti del Miur - è dunque arrivato. Ma viale Trastevere non può cantare vittoria. Il parere non è del tutto favorevole come sperava la "ministra unica" dell’Istruzione. Sono tanti i passaggi critici. "I chiaramenti forniti - scrivono i giudici del Consiglio di Stato - non appaiono sufficienti a superare le perplessità...".

Le osservazioni non sono di poco conto: il ministero dovrà tenerne conto per evitare futuri ricorsi. E intanto il tempo stringe: le Commissioni parlamentari attendevano proprio il pronunciamento di Palazzo Spada per dare il via alla votazione finale. Cosa accadrà adesso? Il Parlamento potrà concludere i propri lavori? E nel prossimo Consiglio dei Ministri il Governo potrà approvare i regolamenti in via definitiva come auspicato dal ministro-neo mamma Gelmini?

La riforma dei licei, degli istituti tecnici e dei professionali dovrebbe scattare dal prossimo settembre. A tutt’oggi le famiglie e le scuole sono lasciate nel gran caos. E per fortuna che le iscrizioni alle superiori sono state fatte slittare a fine marzo, perchè i rebus sono molti: a partire dalle modalità dell’avvio della riforma delle superiori targata Gelmini. Si comincerà solo dalle classi prime e seconde?. A chiedere uno slittamento di un anno sono in molti, dal sindacato Flc-Cgil agli insegnanti. Il Gilda ha persino annunciato assemblee in tutte le scuole per il 29 gennaio. Il sindacato guidato da Mimmo Pantaleo è deciso a proclamare lo stato di agitazione di tutto il personale della scuola. E la Gelmini? Lei per ora tace, mentre le agenzie di stampa diffondono i suoi futuri programmi: il matrimonio con l’imprenditore Giorgio Patelli a fine gennaio, poi a maggio la nascita della bambina, per la quale il ministro ha scelto il nome di Emma.

Pareri e rilievi I pareri portano i NUMERI 4599, 4597, 4596. Sono stati emessi dalla sezione consultiva per gli atti normativi presieduta da Giancarlo Coraggio. I rilievi sono praticamente identici sia per i licei che per i tecnici e i professionali. Secondo i giudici, nel rispetto dell’autonomia appare "più coerente" lasciare alle scuole la scelta di "istituire tali organi": i dipartimenti (nuove articolazioni del collegio docenti) e i comitati scientifici (composti da docenti, esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca). Un rilievo espresso già prima di Natale, che a tutt’oggi resta. La formuluzione - spiegano i giudici di palazzo Spada - "resta ambigua" sui dipartimenti che comunque vengono citati come forma di imposizione all’autonimia scolastica e come novità che supera la delega ricevuta dal Parlamento che riguarda solo la ridefinizione dei curriculi vigenti. E non sono visti di buon occhio neppure i Comitati nazionali. I giudici chiedono quindi al ministro di utilizzare atti aventi forza di legge e non atti "aventi natura non regolamentare" per definire - dopo il sì alla riforma - le indicazioni nazionali (i programmi) dei nuovi percorsi, l’articolazione delle cattedre, gli indicatori per la valutazione e l’autovalutazione degli istituti.

14 gennaio 2010

 

 

 

 

 

 

 

2010-01-11

Scuola, riforma delle superiori. I giudici impongono delle modifiche

di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore

Le mani degli industriali su un pezzo della scuola pubblica. Il Consiglio di Stato "bacchetta" di nuovo la Gelmini sulla riforma della scuola superiore. Proprio l’istituzione di un Cda negli istituti tecnci, (che il ministro ha preferito chiamare Comitato tecnico-scientifico per non destare sospetti) non piace per nulla ai giudici di palazzo Spada. E nel mirino non c’è solo il regolamento sui tecnici ma anche quello sui Licei e professionali. La creazione di un Comitato nazionale e l’istituzione del Collegio dei docenti in dipartimenti che dovrebbe monitorare la riforma, non rientrerebbero nella delega ottenuta dal Parlamento (prevista dall’articolo 64 della legge 133/2008). E inoltre si continua a ledere l’autonomia delle scuole. In pratica, i giudici impongono alla Gelmini di non assumere provvedimenti in solitudine.

L’atteso pronunciamento del Consiglio di Stato - che già nel mese scorso aveva "alzato" un cartellino giallo nei confronti del Miur - è dunque arrivato. Ma viale Trastevere non può cantare vittoria. Il parere non è del tutto favorevole come sperava la "ministra unica" dell’Istruzione. Sono tanti i passaggi critici. "I chiaramenti forniti - scrivono i giudici del Consiglio di Stato - non appaiono sufficienti a superare le perplessità...".

Le osservazioni non sono di poco conto: il ministero dovrà tenerne conto per evitare futuri ricorsi. E intanto il tempo stringe: le Commissioni parlamentari attendevano proprio il pronunciamento di Palazzo Spada per dare il via alla votazione finale. Cosa accadrà adesso? Il Parlamento potrà concludere i propri lavori? E nel prossimo Consiglio dei Ministri il Governo potrà approvare i regolamenti in via definitiva come auspicato dal ministro-neo mamma Gelmini?

La riforma dei licei, degli istituti tecnici e dei professionali dovrebbe scattare dal prossimo settembre. A tutt’oggi le famiglie e le scuole sono lasciate nel gran caos. E per fortuna che le iscrizioni alle superiori sono state fatte slittare a fine marzo, perchè i rebus sono molti: a partire dalle modalità dell’avvio della riforma delle superiori targata Gelmini. Si comincerà solo dalle classi prime e seconde?. A chiedere uno slittamento di un anno sono in molti, dal sindacato Flc-Cgil agli insegnanti. Il Gilda ha persino annunciato assemblee in tutte le scuole per il 29 gennaio. Il sindacato guidato da Mimmo Pantaleo è deciso a proclamare lo stato di agitazione di tutto il personale della scuola. E la Gelmini? Lei per ora tace, mentre le agenzie di stampa diffondono i suoi futuri programmi: il matrimonio con l’imprenditore Giorgio Patelli a fine gennaio, poi a maggio la nascita della bambina, per la quale il ministro ha scelto il nome di Emma.

Pareri e rilievi I pareri portano i NUMERI 4599, 4597, 4596. Sono stati emessi dalla sezione consultiva per gli atti normativi presieduta da Giancarlo Coraggio. I rilievi sono praticamente identici sia per i licei che per i tecnici e i professionali. Secondo i giudici, nel rispetto dell’autonomia appare "più coerente" lasciare alle scuole la scelta di "istituire tali organi": i dipartimenti (nuove articolazioni del collegio docenti) e i comitati scientifici (composti da docenti, esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca). Un rilievo espresso già prima di Natale, che a tutt’oggi resta. La formuluzione - spiegano i giudici di palazzo Spada - "resta ambigua" sui dipartimenti che comunque vengono citati come forma di imposizione all’autonimia scolastica e come novità che supera la delega ricevuta dal Parlamento che riguarda solo la ridefinizione dei curriculi vigenti. E non sono visti di buon occhio neppure i Comitati nazionali. I giudici chiedono quindi al ministro di utilizzare atti aventi forza di legge e non atti "aventi natura non regolamentare" per definire - dopo il sì alla riforma - le indicazioni nazionali (i programmi) dei nuovi percorsi, l’articolazione delle cattedre, gli indicatori per la valutazione e l’autovalutazione degli istituti.

14 gennaio 2010

 

 

 

Piano Confindustria mani (e interessi) sugli istituti tecnici Presentato alla Gelmini nei giorni scorsi durante un incontro da cui sono stati allontanati i giornalisti: nelle scuole un Cda che abbia strada libera nelle nomine dei docenti

di Maristella Iervasi

Le mani di Confindustria su un pezzo della scuola pubblica: gli istituti tecnici. Gli industriali vogliono "comandare" sui percorsi d’istruzione per il settore tecnologico (meccanica, trasporti, elettronica ed elettrotecnica, informatica, comunicazione, chimica, tessile, agricoltura, costruzioni). E dettano la loro "action plain" alla Gelmini. Probabilmente di questo hanno parlato a Sanremo, l’8 novembre scorso, nel seminario a porte chiuse dei direttori di Confindustria dove la ministra ospite ha preteso che venisse allontanato dalla sala anche il giornalista del Sole 24 Ore. Ed eccolo il piano "segreto" di Confindustria: istituire "solo" negli istituti tecnici un Cda "in cui vi sia una presenza significativa di soggetti esterni dalla scuola: espressione del mondo della produzione e/o servizi, in relazione agli indirizzi di studio". Un Cda con poteri effettivi di governance con i presidi, per avere mano libera sulla nomina dei docenti tecnici di loro fiducia. Come si evince nel capitolo "risorse umane": "Gli istituti tecnici devo poter scegliere in autonomia gli insegnanti di materie tecniche, tecnici di laboratorio, ufficio tecnico. Questo personale deve essere svincolato dalle classi di concorso e dall’assegnazione centralizzata". Vale a dire, le graduatorie ministeriali. Confindustria vuole avere voce in capitolo anche sui diplomati, quindi propone una presenza delle realtà economiche nelle commissioni d’esame. Scarta invece come "non realistico" l’insegnamento di una seconda lingua straniera per gli istituti tecnologici. Ecco l’idea di scuola degli industriali che fanno capo alla Marcegaglia. Un’istruzione pubblica in cui lo Stato mette le risorse ma sono gli industriali che scelgono una parte degli insegnanti e organizzano il lavoro. Non è un caso che l’opzione delle Fondazioni degli istituti tecnologici - che richiederebbe anche un contributo finanziario - nell’action plain elaborato da Confindustria viene indicata come ultima chance. Scienze integrate È la nuova materia proposta dagli industriali nel primo biennio e riunisce tutti gli insegnanti a carattere scientifico: chimica, fisica, biologia e scienze della terra. Il Cda Tale organo affiancherà il dirigente e deve avere "la responsabilità" complessiva per l’indirizzo generale, il piano di sviluppo pluriennale della scuola, il programma annuale ed i "rapporti con le imprese e le aziende che costituiscono i naturali interlocutori di ciascun istituto". Gli attuali Consigli d’istututo avranno un ruolo solo consultivo. "La partecipazione democratica - si legge nel documento - deve essere tenuta distinta dalla gestione, dall’indirizzo tecnico e dal governo. Se il termine Cda "distrurba" - si sottolinea - se ne può trovare un altro. Ma non si può prescindere da uno specifico modello di governo degli istituti tecnici, data la loro precisa missione: formare i quadri intermedi che devono contribuire allo sviluppo delle aziende di produzione e servizi". Docenti e laboratori Materie di studio ridotte di numero e orario a 32 ore settimanale. "Va eliminato il doppione costituito dall’insegnante tecnico-pratico, che è quasi sempre un generico diplomato privo di esperienze concrete". Esperti esterni Individuati da un comitato tecnico-scientifico. "Non possono essere in numero minoritario. I docenti interni non possono essere nè in maggioranza numerica nè designati dal collegio docenti. La scelta va affidata al dirigente su criteri indicati dal Cda".

13 novembre 2008 pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 7) nella sezione "Politica"

 

 

 

 

 

A colpi di forbici contro i licei. Addio alla sperimentazione. Si torna all'antico

di Fabio Luppinotutti gli articoli dell'autore

Lo sanno i genitori che in queste settimane stanno ipotizzando un futuro scolastico per i propri figli. Lo sanno i professori, ancora una volta costretti a fare i conti con classi che si ridurranno ulteriormente e che cercano di districarsi tra organico di diritto e organico di fatto, tra spezzoni che verranno e qualità della vita che peggiorerà. Sanno, semplicemente e drammaticamente, che sotto traccia il governo sta cambiando di nuovo e in peggio la scuola, stavolta la superiore, i licei e gli istituti tecnici. L’unico gesto trasparente sta nella messa in rete delle bozze di questa riforma (vedere il sito http://nuovilicei.indire.it/). Ma un così determinante cambiamento che riguarda il futuro di milioni di ragazzi non ha alcun momento pubblico. Il ministero starebbe facendo, anche attraverso quel sito, un ascolto in base al quale arrivare al regolamento definitivo che sarà varato solo ed esclusivamente dal consiglio dei ministri: non ci sarà né un dibattito né un voto nelle aule del Parlamento, per un fatto culturale e sociale enorme.

Siamo al 10 dicembre. L’iter di cui sopra è in altissimo mare. Tra poco più di dieci giorni chiudono le scuole e anche la politica andrà in vacanza. Bene che va la cosiddetta riforma della scuola superiore sarà varata in gennaio. Ai genitori viene dato un mese, fine febbraio, per scegliere. Famiglie che, se dovesse andare così, avranno avuto un trattamento differenziato in peggio rispetto a tutti gli altri, perché non hanno potuto avere informazioni vere dalle scuole: non c’è stato l’orientamento, previsto per novembre. Non solo. Non è chiaro se la cosiddetta riforma riguarderà soltanto coloro che si iscrivono alle prime classi o quelli che alle superiori ci sono già: nel primo caso, comunque, verrebbe meno il progettato taglio ai docenti voluto da Tremonti e difficilmente il ministero dell’Economia approverà il rinvio di natura finanziaria. Sicché chi nel 2009 ha iniziato un certo tipo di scuola se la troverà stravolta. Il Consiglio nazionale per la pubblica istruzione ha espresso parere negativo ad una partenza per l’anno scolastico 2010, così le regioni: pareri non vincolanti.

Lo spiegheremo nelle pagine successive. Quel che è utile sapere sin da ora è che la riforma non ha alcun architrave didattico-culturale, bensì semplicemente e pedissequamente contabile. Parleremo oggi diffusamente dei licei (in seguito di quel che accadrà nei tecnici). Dimenticate tutte le sperimentazioni, dimenticate le due lingue così come prevede una precisa direttiva comunitaria. Dimenticate, se qualcuno ve ne ha parlato, del piano nazionale informatico (che viene disatteso dal governo della burla delle tre "i"). La scuola, quella che dovrebbe preparare, formare, che dovrebbe introdurre all’università darà sempre meno.

09 dicembre 2009

 

il SOLE 24 ORE

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2010-01-15

In arrivo le nuove superiori targate Gelmini

di Claudio Tucci

15 gennaio 2010

Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori

I pareri espressi dal Consiglio di Stato

"Dai nostri archivi"

Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori

Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma

Gli istituti tecnici

In 500mila al debutto nella nuova scuola

I licei

Da 400 indirizzi sperimentali, oggi esistenti, a soli 6 licei. Da 10 settori e 39 indirizzi di istituti tecnici, si passerà ad appena 2 settori e 11 indirizzi. Mentre i 5 settori e 27 indirizzi dei professionali saranno asciugati in 2 macro-settori, a cui corrisponderanno 6 indirizzi. Si può partire da questi numeri per iniziare a capire cosa attenderà i circa 500mila ragazzi di terza media, che dal prossimo 1° settembre, metteranno piede nei nuovi istituti superiori, targati Gelmini. Accanto a questa cura dimagrante, ci sarà spazio, anche, per l'inglese potenziato, un rapporto più stretto tra scuola e mondo del lavoro (a oggi, ci ricordano gli ultimi dati Excelsior, alle aziende mancano 54mila diplomati tecnico-professionali) e una sferzata a tutto campo sulle nuove tecnologie. In attesa del via libera definitivo ai 3 regolamenti di riordino di licei, istituti tecnici e professionali, previsto per i prossimi giorni, abbiamo cercato di sintetizzare le principali innovazioni che interesseranno le superiori, in questo agile vademecum.

Informazioni a studenti e famiglie. Gli istituti, nelle prossime settimane, dovranno essere in grado di fornire ai ragazzi di terza media e alle loro famiglie informazioni più dettagliate relative all'intero nuovo scenario del secondo ciclo. Il rischio, sottolineato da più parti, sindacati in testa, è che, con i regolamenti ancora non definitivi e le iscrizioni posticipate a fine marzo, il tempo per far conoscere le novità in arrivo da settembre sia troppo poco, con la conseguenza che molte scelte saranno affidate al caso.

Iscrizioni: per le superiori slittano a fine marzo. Non sono ancora uscite le direttive ministeriali sulle iscrizioni, ma, da quanto riportato, nei giorni scorsi, da Viale Trastevere nel corso di una riunione con i sindacati, si profila un doppio termine di scadenza. Ci sarà uno slittamento a fine marzo (la data che circola è il 26) per le iscrizioni alle superiori. Resterà, invece, il 27 febbraio, la scadenza per formalizzare le iscrizioni nella scuola dell'infanzia, alla scuola primaria e nella secondaria di primo grado.

Istituti tecnici: al via i settori economico e tecnologico. I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico (che si scompone in 2 indirizzi, amministrativo, finanza e marketing e turismo) e tecnologico (che avrà 9 indirizzi) e godranno di un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Ci sarà un primo biennio, dedicato all'acquisizione di saperi e competenze di base e un successivo triennio, in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni. Il quinto anno si conclude con l'esame di Stato. A livello di didattica, il regolamento di riordino, prevede un potenziamento dell'inglese, delle ore di laboratorio e una maggiore autonomia e flessibilità dell'offerta formativa. I nuovi istituti tecnici saranno caratterizzati da un'area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo, che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le regioni e le parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio. Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo, possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche etc.).

Licei: arrivano i nuovi indirizzi artistico e delle scienze umane. Ci sarà un liceo scientifico tecnologico, dove non è previsto lo studio del latino, mentre il liceo delle scienze umane (ex magistrale) avrà un indirizzo giuridico economico, anch'esso senza latino. Al classico, sarà introdotto l'insegnamento della lingua straniera per l'intero quinquennio. Il liceo linguistico, invece, prevederà l'insegnamento di 3 lingue straniere. Dalla terza classe, un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta, pure, un secondo insegnamento. Tra le new entry ci saranno il liceo musicale e coreutico, articolato nelle 2 sezioni musicale coreutica, e il liceo delle scienze umane, che prenderà il posto del liceo socio-psicopedagogico. In tutti i corsi di studio ci sarà una riduzione dell'orario scolastico: 27 ore settimanali nel primo biennio del liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane; 32 ore nel liceo musicale e coreutico; 34 ore nei licei artistici, che prenderanno il posto degli attuali istituti d'arte; 32 ore settimanali negli istituti tecnici e professionali. Attualmente, grazie anche alle sperimentazioni, l'orario settimanale di quasi tutti gli indirizzi di studio oscilla fra le 32 e le 36 ore settimanali. A livello gestionale, infine, dipartimenti disciplinari e comitato scientifico, costituiranno le nuove articolazioni del collegio docenti, senza, però, sottolinea il regolamento, "ledere la sovranità del collegio docenti stesso".

Per chi è già iscritto alle superiori. Il restyling dovrebbe coinvolgere anche molti ragazzi che, ora, frequentano la scuola superiore. In particolare, lo schema di regolamento di riforma degli istituti professionali stabilisce che le novità si applicano da subito solo alle classi iniziali ma che, contestualmente, sarà ridotto l'orario delle lezioni delle classi seconde e terze, non coinvolte nella riforma. È, però, evidente che la riduzione del tempo-scuola comporterà il taglio orario di qualche disciplina, ancora da individuare, oppure l'eliminazione di qualche materia. Ma anche in questo caso non ci sono indicazioni precise. Prime e seconde classi coinvolte da settembre, invece, secondo il regolamento degli istituti tecnici, ma la riduzione d'orario riguarderà anche le terze e persino le quarte. Anche qui sono tutte da inventare le modalità di passaggio al nuovo assetto: l'orario "slim" per alcune materie è tuttavia l'ipotesi più probabile. Il regolamento di riordino dei licei, infine, prevede che vengano coinvolte nella riforma le prime e le seconde classi funzionanti nel 2010-2011, lasciando però immutati gli orari del triennio.

Professionali: più spazio ai servizi e all'industria e artigianato. Gli istituti professionali si articoleranno in 2 macrosettori: istituti professionali per il settore dei servizi e istituti professionali per il settore industria e artigianato. Ai 2 settori, corrispondono 6 indirizzi. Come per gli istituti tecnici, anche qui, il percorso è articolato in 2 bienni, e un quinto anno, con l'esame finale. Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente di 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Avranno, poi, maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare, gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta. Gli istituti potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il ministero dell'Istruzione. Anche nei nuovi professionali, sono previste più ore in laboratorio, oltre a stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro, soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno.

Si inizia dal primo anno. Si inizia solo dal primo anno? Al momento, sembra l'ipotesi più plausibile. Anche perché tutti i pareri, al momento, acquisiti dal Governo (nell'ordine, Consiglio nazionale della pubblica istruzione, Conferenza unificata, Consiglio di Stato), oltre il dibattito che sta accompagnando la riforma, è stato unanimamente chiesto di partire solo con le prime classi e di lasciar continuare tutte le altre secondo il vecchio ordinamento, per evitare il cambio di binario in corsa ai ragazzi che hanno già cominciato il percorso di studi. Al momento dell'approvazione definitiva della riforma da parte del Consiglio dei ministri si saprà se la richiesta verrà accolta, anche se tutti i segnali da Viale Trastevere vanno già in questa direzione. È bene, comunque, evidenziare che il riordino soltanto nelle prime classi significherebbe, per Palazzo Chigi, rinunciare ai risparmi attesi dalle riduzioni d'orario introdotte dalla riforma. E, quindi, a parte dei soldi, da girare per la valorizzazione del merito del personale della scuola.

15 gennaio 2010

 

2010-01-11

Licei e istituti tecnici:

in 500mila pronti alla riforma

di Luigi Illiano e Giovanni Scaminaci

11 gennaio 2010

Maria Stella Gelmini (Ansa)

Scuola, fuori dal tetto del 30% gli stranieri nati in Italia

Guida al riordino delle nuove Scuole superiori

"Dai nostri archivi"

In 500mila al debutto nella nuova scuola

I licei

Licei, sulla riforma è scontro. Il Pd: "L'insegnamento diventa classista"

Alunni stranieri: arriva il tetto del 30%, ma è variabile

Scuola

La riforma della scuola secondaria è una corsa contro il tempo, ma il ministro Mariastella Gelmini ha più volte garantito che tutto andrà come previsto: da settembre debutteranno i nuovi licei, insieme con il riordino degli istituti tecnici e di quelli professionali. Intanto, sarà rinviato di un mese – a fine marzo – il termine per le iscrizioni. Sono le ultime rassicurazioni di Viale Trastevere, anche se manca ancora l'ufficialità. Condizione che non sta risparmiando a famiglie e studenti, incertezza sulla scelta dell'indirizzo di studi superiori.

La settimana appena iniziata dovrebbe però essere decisiva. Nei prossimi giorni arriveranno, infatti, gli ultimi pareri necessari prima dell'ok definitivo del governo alla riforma. Si dovrebbero esprimere, nell'ordine, consiglio di Stato e commissioni parlamentari. Secondo indiscrezioni, e salvo sorprese dell'ultima ora, i pareri (non vincolanti) saranno positivi ma conterranno molti paletti, a cominciare dalla richiesta di avviare il nuovo "sistema" coinvolgendo solo le classi prime.

Toccherà poi al consiglio dei ministri il varo definitivo - sicuramente entro questo mese -, seguito dalla firma del capo dello Stato, la registrazione della Corte dei conti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: dal sì del governo scatterà una campagna di informazione rivolta alle famiglie e ai ragazzi che dovranno scegliere il percorso di studi.

Gli studenti che oggi frequentano la terza media sono dunque in attesa di sapere con certezza se le iscrizioni saranno rinviate sino a fine marzo. Il panorama dei nuovi percorsi di studi risulta molto più semplificato rispetto a quello attuale, perché verranno aboliti moltissimi indirizzi e tutte le sperimentazioni; alcuni subiranno modifiche, altri ancora saranno istituiti per la prima volta.

Le nuove leve

Qualche esempio sulle tante novità in arrivo: ci sarà un liceo scientifico tecnologico dove non è previsto lo studio del latino; il liceo delle scienze umane (ex magistrale) avrà un indirizzo giuridico economico, anch'esso senza latino; tra le new entry ci saranno il liceo linguistico statale e il liceo musicale e coreutico.

In tutti i corsi di studio ci sarà una riduzione dell'orario scolastico: 27 ore settimanali nel primo biennio del liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane; 32 ore nel liceo musicale e coreutico; 34 ore nei licei artistici, che prenderanno il posto degli attuali istituti d'arte; 32 ore settimanali negli istituti tecnici e professionali. Attualmente, grazie anche alle sperimentazioni, l'orario settimanale di quasi tutti gli indirizzi di studio oscilla fra le 32 e le 36 ore settimanali.

Inglese a tutto campo e in tutte le scuole per cinque anni e, nell'ultimo anno, apprendimento in inglese di una materia del corso di studi. Gli istituti, nelle prossime settimane, dovranno essere in grado di fornire ai ragazzi di terza media e alle loro famiglie le informazioni più dettagliate relative all'intero nuovo scenario del secondo ciclo.

Il restyling dovrebbe coinvolgere anche molti ragazzi che ora frequentano la scuola superiore. In particolare, lo schema di regolamento di riforma degli istituti professionali stabilisce che le novità si applicano da subito solo alle classi iniziali ma che, contestualmente, sarà ridotto l'orario delle lezioni delle classi seconde e terze, non coinvolte nella riforma. È però evidente che la riduzione del tempo-scuola comporterà il taglio orario di qualche disciplina, ancora da individuare, oppure l'eliminazione di qualche materia. Ma anche in questo caso non ci sono indicazioni precise.

Prime e seconde classi coinvolte da settembre, invece, secondo il regolamento degli istituti tecnici, ma la riduzione d'orario riguarderà anche le terze e persino le quarte. Anche qui sono tutte da inventare le modalità di passaggio al nuovo assetto: l'orario slim per alcune materie è tuttavia l'ipotesi più probabile.

Il regolamento di riordino dei licei, infine, prevede che vengano coinvolte nella riforma le prime e le seconde classi funzionanti nel 2010/2011, lasciando però immutati gli orari del triennio.

Chi è già iscritto

I cambiamenti che coinvolgeranno gli studenti che già frequentano le superiori avranno quasi sicuramente un impatto negativo sulla continuità didattica, anche se è impossibile allo stato delinearne la dimensione precisa, tanto più che sarà comunque diversa a seconda del tipo di scuola. Nelle ipotesi più semplici ci sarà la riduzione d'orario di qualche materia non ancora individuata; in altri casi ci sarà qualche materia nuova con relativo cambiamento dell'insegnante.

Va comunque sottolineato che in tutti i pareri acquisiti dal governo, oltre che nel dibattito che accompagna la riforma, è stato unanimamente chiesto di partire solo con le prime classi e di lasciar continuare tutte le altre secondo il vecchio ordinamento, per evitare il cambio di binario in corsa ai ragazzi che hanno già cominciato il percorso di studi. Al momento dell'approvazione definitiva della riforma da parte del consiglio dei ministri si saprà se la richiesta verrà accolta, anche su tutti i segnali dal Miur vanno già in questa direzione. Tenendo presente che limitarsi a far esordire il riordino soltanto nelle prime classi - misura del tutto ragionevole sul piano dell'impatto didattico e organizzativo - significherebbe, per il governo, rinunciare ai risparmi attesi dalle riduzioni d'orario introdotte dalla riforma.

Gli insegnanti

Naturalmente l'impatto della riforma sarà forte sul fronte dei docenti. Il meccanismo di riordino della spesa è stato varato con la manovra triennale (legge 133) voluta nel 2008 dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. E prevede un taglio complessivo di 87.400 cattedre, da completare entro il 2011/2012. Per il prossimo anno scolastico, dunque, la sforbiciata sugli insegnanti toccherà quota 15.560 e nel 2011/2012 saranno tagliati 19.676 posti.

Coniugare i correttivi alla riforma delle superiori con le economie programmate si presenta comunque come un rompicapo non facile da risolvere.

 

 

 

 

 

Il Consiglio di Stato promuove

la riforma delle superiori

di Claudio Tucci

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14 gennaio 2010

Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato, Roma

I pareri espressi dal Consiglio di Stato

"Dai nostri archivi"

Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma

I pareri espressi dal Consiglio di Stato

A.T.I.: la legittimazione a proporre opposizione di terzo

Scuola, garanzie per la riforma

Scuola

 

Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle superiori. L'ufficialità, dopo una serie infinita di indiscrezioni susseguitesi in queste ore, è arrivata, nella serata di giovedì, con la pubblicazione definitiva, sul sito di Palazzo Spada, dei tre pareri sui regolamenti di riordino di licei, istituti tecnici e professionali, targati Gelmini. Dal 1° settembre prossimo, quindi, i circa 500mila ragazzi, che, ora, frequentano la terza media, sperimenteranno i nuovi istituti d'istruzione secondari.

Il disco verde, seppur con qualche paletto, si è acceso su quasi tutta la linea e molti dei rilievi formulati nei pareri interlocutori di metà dicembre (tra cui, quello che preoccupava di più, l'eccesso di delega) sono stati superati dal supplemento di spiegazioni arrivato da Viale Trastevere. La palla, ora, passa alle commissioni Cultura di Camera e Senato, che, in attesa del pronunciamento dei giudici amministrativi, avevano sospeso l'esame dei 3 regolamenti e l'emissione del loro parere. Anche se, la commissione presieduta da Valentina Aprea, il 16 dicembre scorso, aveva pubblicato "una proposta di parere" sulla riforma delle superiori, dando, in sostanza, l'ok ai 3 regolamenti, vincolando la partenza alle sole prime classi e aumentando il numero degli indirizzi.

Dopo il sì di Palazzo Spada, i lavori parlamentari potranno, ora, riprendere speditamente. Una volta arrivati, anche, questi pareri, i regolamenti dovranno passare, per un secondo via libera, in Consiglio dei Ministri ed essere, poi, pubblicati in Gazzetta. Con ogni probabilità, vista, anche, la tempistica molto stretta, slitteranno i termini di iscrizioni alle superiori, che saranno posticipati a fine marzo (nell'incontro con i sindacati, nei giorni scorsi, i tecnici del ministero dell'Istruzione, hanno parlato di 26 marzo). Resterà, invece, il 27 febbraio, la scadenza per formalizzare le iscrizioni nella scuola dell'infanzia, alla scuola primaria e nella secondaria di primo grado.

Non c'è dubbio, però, che il via libera del Consiglio di Stato abbia sbloccato una situazione (a dire il vero, più politica che decisionale, visto che i rilievi di Palazzo Spada, come si sa, hanno natura consultiva e non vincolante), che stava diventando sempre più ingarbugliata. I giudici amministrativi, scorrendo le motivazioni dei 3 pareri, hanno riconosciuto che le nuove superiori mirano a superare la frammentazione dei percorsi di studio che emergono dall'accavallarsi e dal sovrapporsi delle sperimentazioni e a far acquisire, conoscenze tecniche e culturali, utili per il futuro. E per quanto riguarda, in particolare, gli istituti professionali, anche, "dare risposte chiare ai giovani e alle famiglie, che si aspettano dalla scuola percorsi trasparenti e competenze spendibili tanto per l'inserimento nel mondo del lavoro, quanto per il passaggio ai livelli superiori di istruzione e formazione".

Superato, anche, il rilievo, forse, più delicato, relativo all'eccesso di delega. Secondo i giudici amministrativi, infatti, alla luce, pure, delle integrazioni fatte dai funzionari del ministero dell'Istruzione, "le scelte riformatrici effettuate dall'Amministrazione non appaiono estranee e tanto meno contrastanti con i criteri della delega, la cui genericità appare riscattata dal quadro normativo complessivo da cui risultano linee sufficientemente dettagliate di intervento".

Ha suscitato, invece, qualche dubbio, la costituzione, prevista nei regolamenti, dei "dipartimenti" (nuove articolazioni del collegio docenti), e dei "comitati scientifici" (composti da docenti, esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca), che avrebbe il compito di monitorare la riforma.

Per i giudici di Palazzo Spada, nel rispetto dell'autonomia, sarebbe stato più coerente lasciare alle scuole la scelta di istituire tali organi. Un rilievo espresso già prima di Natale, che a tutt'oggi resta fermo. E non sono visti di buon occhio neppure i Comitati nazionali. I giudici chiedono, infine, di utilizzare atti aventi forza di legge e non atti "aventi natura non regolamentare" per definire - dopo il sì alla riforma - le indicazioni nazionali (i programmi) dei nuovi percorsi, l'articolazione delle cattedre, gli indicatori per la valutazione e l'autovalutazione degli istituti.

14 gennaio 2010

 

 

 

 

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